«Legato al concetto serio di
arte, Salvatore Barbagallo, evitando il rischio dell'imitazione,
con una ricerca sempre più approfondita, accentua passo passo il
fascino sensorio del paesaggio e dei sentimenti umani attraverso
la trama del segno, dei colore e dell'immagine. E' un
romanticismo non certo deleterio in cui è possibile leggere,
come su di un libro, quali so nei suoi pensieri e la sua
penetrazione nel sentimento... nel temporale...» Antonio Oberti
"Realizza in opere di contenuto
apparentemente astratto, figurazioni
originali e poetiche. Dalle sue coloratissime e variegate forme
evadono
simboli ed immagini nel tripudio e nel turbinio mistico delle
sue creazioni.
Un'arte complessa e misteriosa che piace osservare attentamente
per trarne
significati poetici seducenti.» Valerio Utri
«La ricerca espressiva di Salvatore
Barbagallo si è decisamente orientata verso schemi geometrici in
una figurazione naturalistica carica di valenze esistenziali ed
estetiche. Ha gradualmente approfondito il problema delle luci,
creando atmosfere poetiche,
affascinanti, senza tempo. Nel 2005 presso l'Hotel Principe di
Venezia gli viene conferito il Premio Biennale d'Arte di Venezia
'RIALTO con motivazione redatta su Pergamena dal noto critico
d'arte Giorgio Falossi.» Gino Trabini
«La realtà della sua
immaginazione sa disporsi in una grande e allegra metafora e,
come lo scenario di un teatro, la vita si muove in una tela che
si specchia nel cielo delle geometrie. Figure che tagliano lo
spazio misurato dal confronto che contiene il colore. Il confine
con la realtà è l’incubo che si risveglia e, dall’incontro tra
immagine e natura, viene fuori la sua passione. “Per me è
importante coinvolgere gli altri su tutto ciò che ci circonda”,
dice Salvatore Barbagallo, un artista che sa bene interpretare
gli umori della natura. La sua arte potrà essere paragonata a
quella di un cantastorie del terzo millennio ma le sue storie
non sono narrate, sono semplicemente interpretate con i suoi
occhi, in un misto che amalgama il rapporto immagine-colore di
una natura fortunatamente riservata a quella fascia di gente
che, come lui, ama ed apprezza». Vera Ambra |